Del Natale e dei viaggi immaginati

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Natale è appena passato ed è già diventato storia.

Ci ritroviamo, come sempre, con qualche chilo di troppo ed uno strano sapore in bocca.
È stato davvero Natale? Per alcuni lo è stato meno dell’anno scorso, per altri lo è stato più che mai.
Qualsiasi sia il significato che si voglia dare al Natale – religioso, spirituale, sociale, commerciale – ognuno di noi ha dovuto descrivere un nuovo perimetro entro il quale poter far coesistere le restrizioni e tutto il resto: regali, addobbi, luci, canzoni, abbracci, l’amico che non vedevi da mesi, il parente lontano, l’ennesimo cestino, il fritto, l’odore di mandarino, la tombola, il maglione, il presepe… Durante questo esercizio – che ha messo a dura prova il nostro rigore (a quanto pare qualcuno ha barato!), le connessioni internet, le leggi della fisica e dell’economia – abbiamo ritrovato, tra tante rinunce, qualche piacere.
La retorica e ripetitiva critica al consumismo natalizio si è trasformata in un’opportunità per ritornare ad un Natale rappresentato prima di tutto dal sentimento di solidarietà e dalla raccolta intimità familiare.

E così ci siamo nutriti di fritti e delle suggestioni degli streaming on-line, di luci immaginate e di canzoni mai cantate.
È stato bello lo stesso. È stato ancora più bello. Tra un susamiello e una nocciolina abbiamo sognato di essere altrove e, al posto della valigia, abbiamo tirato fuori dal ripostiglio un bel filo di luci.

LE LUCI.

Nelle rare e coincise uscite paesane abbiamo potuto finalmente apprezzare un paese addobbato a festa. Con qualche nota cromatica fuori posto, ma, diciamolo, a confronto degli anni passati, sembrava quasi di essere a Times Square!
Per un momento abbiamo dimenticato la valigia chiusa nel ripostiglio. Qualcosa è cambiato.
Bizzarro che questo sforzo non sia stato fatto quando avrebbero potuto goderne di più cittadini, commercianti e turisti.
Ma poco importa. La gioia del nostro filo di luci in terrazza si è amplificata, ha scintillato lungo le vie, è stata proiettata sulle montagne, ha risuonato ad oltranza senza risparmiare decibel.
Tante sono state le iniziative spontanee dei positanesi: dalle luci, alla carta velina alle finestre, fino alla decorazione delle strade.

Un coro di luci ed addobbi che ha dimostrato che quando l’amministrazione pone l’accento su un argomento dando un buon esempio, immediatamente si genera una risposta nella comunità.

Qualcuno ha fatto notare che, accanto alle ritrovate decorazioni natalizie, ci fossero le solite cacche di cane, i gradini rotti, i tubi grondanti, i cornicioni cadenti a ricordarci che il paese non risplende. E se il buon esempio si estendesse a tutto l’anno con una giusta politica di decoro urbano? Siamo convinti che il paese risponderebbe.

Gli ultimi Natale dell’Alba della Libertà
2015/201653.270,50€
2016/201761.046,03€
2017/201859.685,00€
2018/2019147.405,38€
2019/2020161.815,00€
2020/202159.921,86€

GLI EVENTI.

Un fitto palinsesto di eventi ha riempito i vuoti lasciati dalla lontananza dei nostri cari. Presenziare o non presenziare? La pioggia ha spesso fugato l’ultimo slancio sovversivo di chi avrebbe voluto esserci e così ci siamo ritrovati tutti (o quasi) davanti allo schermo ad alternare i bollettini Covid alle sfilate delle 500, le accensioni degli alberi (ringraziamo il sindaco di Thurnau per l’eleganza del suo italiano) in collegamento multiplo alle mangiate di zeppole (ma come? Non c’era il Covid? No, siamo Covid free!), dalle premiazioni dei concorsi di favole in chiesa al concerto di Capodanno.
Un potente dispiego di telecamere e microfoni, luci, papillon e dirette streaming per poter non pensare che invece il Covid c’è.
E siccome c’è, durante questo periodo natalizio si sono tenuti due dei tre consigli comunali a porte chiuse. Questa volta c’eravamo solo noi a presenziare gli eventi più significativi della stagione.

Per voi cittadini, non c’è diretta streaming dei consigli nei quali si decide come si spenderanno i nostri soldi e si pianificano opere pubbliche affidandole frettolosamente ai privati. Per voi, porte chiuse.

LE INSTALLAZIONI ARTISTICHE.

Porte che si aprono su un fortunato futuro. Speriamo che la nostra interpretazione dell’installazione artistica non deluda troppo l’anonimo artista positanese. Una teoria di “cornici” che segnano il perimetro esterno della rotonda e si ripetono, insieme al loro corredo di led e palline, nella zona dell’Incanto, ingigantite.

Al fruitore avvezzo alla cultura alta contemporanea non sfuggirà la grazia e la precisione con le quali sono state predisposte ad offrire la migliore inquadratura di piramide e tramonto.
Cartoline dal paradiso, appunto. Ciò che nel resto del mondo è uno strumento di marketing (ma questo è un’altra storia) qui si chiama installazione artistica.
E il 2021 sarà un anno all’insegna della cultura e dell’arte, ci dicono, con la rassegna Arte in Vicoli, sotto la lucida direzione artistica di Giulia Talamo.
Nel frattempo tranquillizziamo il nostro lettore: le cornici sono state salvate dalla furia del mare che si è scatenata a pochi giorni dalla loro venuta al mondo.

Dell’annunciata programmazione artistica, come di molte altre cose, non vi sono tracce negli atti dell’amministrazione messi a conoscenza di consiglieri e cittadini, ma siamo sicuri che la prossima estate sarà strabiliante come questo primo Natale dopo dieci anni di Alba della Libertà.
Anche se in cuor nostro abbiamo sognato di trovare sotto l’albero la notizia di frontiere aperte ed alla Befana avremmo voluto chiedere di poter pagare meno tasse, ci ha fatto bene immaginare le luci per le strade e lo spirito del Natale è riuscito ad allontanare la preoccupazione per la prossima stagione, già definitivamente compromessa.

Questo Natale abbiamo imparato quanta gioia possa dare una semplice passeggiata, senza valigia.

Del Natale e dei viaggi immaginati