L'HMS Safari - Su Per Positano

Tempo di lettura 2 minuti

Nelle prime ore del pomeriggio del 2 Febbraio 1943, due navi mercantili, il Salemi e il Valsavoia, navigavano accodate a largo di Positano, cariche di paglia, cereali, cemento e documenti segreti.

Giunte nei pressi dell’isola di Li Galli, furono intercettate da un sommergibile della marina britannica, l’HMS Safari, che era in agguato a pochi metri di profondità a est di Capri.

Avvistate le due navi, il Safari lanciò un primo siluro centrando il Valsavoia che era in cima al convoglio, arrecando seri danni.

Fuori il secondo siluro, il Valsavoia affondò in brevissimo tempo. A pochi secondi di distanza, era partito anche un terzo siluro, questa volta diretto sul Salemi che, grazie ad una manovra tempestiva riesce ad evitare la minaccia, ma viene subito colpito da una raffica di cannonate sicché cola a picco anche la Salemi.

Dalla spiaggia di Positano, l’intera scena venne vista da un gruppo di pescatori che senza pensarci su, ancora sotto il fuoco nemico del sottomarino, si lanciarono in mare con le loro barche a remi per salvare i superstiti.

Grazie alla loro tempestività, perirono solo 8 membri degli equipaggi: il comandante del Salemi e 7 marinai.

Intanto quel terzo siluro schivato dalla Salemi, proseguendo la sua corsa, si andò a schiantare contro due scogli vicini alla Torre Clavel: i faraglioni “Mamma e Figlio”.

Il faraglione più grande, la “Mamma”, ebbe la peggio: la distruzione dello scoglio, sotto il quale qualche anno prima era stata murata una maiolica con l’immagine della Madonna Assunta di Positano, fu interpretato come un gesto di protezione della Mamma verso il Figlio, il faraglione più piccolo, che riuscì a sopravvivere al siluro, ma con gli anni e le impetuose mareggiate dovette arrendersi.