La lettera perduta

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“Erat Miseni classemque imperio praesens regebat. Nonum Kal. Septembres hora fere septima mater mea indicat”.

Con queste parole in latino, Plinio il giovane inizia la descrizione dell’eruzione vesuviana del 79 d.C.

La traduzione di tale lettera ha spesso creato dubbi sulla data dell’eruzione: inizialmente si riteneva fosse avvenuta il 24 agosto, tuttavia, recenti ritrovamenti di monete e di un’epigrafe che riportano date successive al mese di agosto confermano la teoria del 24 ottobre.

L’eruzione vesuviana (anche definita pliniana) fu una terribile tragedia che però ci ha regalato un tesoro di inestimabile valore: ori, affreschi, graffiti ed edifici dai quali abbiamo potuto ricostruire scene di vita quotidiana degli antichi romani.

Oggi possiamo tornare indietro nel tempo, in quello stesso 24 ottobre del 79 d.C., per ammirare incredibili affreschi perfettamente conservati dalla cenere, nei siti archelogici che ci circondano ma soprattutto, sotto i nostri piedi, nell’incredibile Villa Romana di #Positano, patrimonio di inestimabile valore storico e archelogico.

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La lettera perduta