Giulio Gargiulio, il falegname filosofo

Tempo di lettura 3 minuti

Di Salvatore Gargiulo

Fedor Dostoevsky, noto letterato russo, asseriva in uno dei suoi scritti: “La bellezza salverà il mondo”. Questa locuzione si amalgama alla magia di uno dei molteplici personaggi positanesi che con la sua visione ha portato un contributo alla scena culturale ed alla crescita della nostra società:

Giulio Gargiulo (1938 – 2019). Personaggio ecclettico positanese, iniziò a masticare l’arte presso il padre Francesco Gargiulo, noto ebanista locale, dove già da vivace ragazzino rivelò le sue propensioni al bello, all’amore per la proporzione e all’ingegno della creazione.

Fu amico di artisti come Peter Thompson (allievo del celeberrimo artista Francis Bacon, della Scuola di Londra ), Mario Schifano (uno dei massimi rappresentanti della Pop Art italiana), Eduardo Arrojo (importante pittore, grafico ed attivista spagnolo), Ibrahim Kodra (pittore albanese la cui storia è legata a Positano), Tano Festa (pittore di scuola romana) e molti altri ancora.

Intorno agli anni Sessanta partecipò al “Positano Art Workshop” di Edna Lewis, una scuola d’arte sulla scia della Bauhaus e punto di incontro di vari artisti: un luogo magnetico, ricco di energie artistiche, filosofiche e compositive.

In quegli anni, presso l’albergo Le Sirenuse di Positano ebbe modo di confrontarsi con un maestro dell’architettura del novecento: Friedrich Hundertwasser (1928 – 2000). In quell’incontro, documentato da una fotografia eseguita da Giovanni Waldner, il progettista austriaco (alter ego di Antoni Gaudi) approfondì tematiche relative all’architettura, all’urbanistica e all’ambiente, anticipando con le sue idee i moderni concetti di Bio – Architettura, tanto in voga in questo periodo storico.

Questa metodologia di composizione ingloba nel progetto di architettura forma, ambiente, ecologia ed arte. Famosi, tra le opere di Hundertwasser, sono i suoi quadri astratti, l’odio verso la linea retta, e la progettazione delle “case popolari” nel centro storico di Vienna.

Sempre in quel periodo Giulio Gargiulo strinse amicizia con personaggi della musica del calibro di Mick Jagger, noto componente dei Rolling Stones, il quale visse un periodo proprio a Positano dove ha probabilmente composto la sua unica canzone in italiano, intitolata “Con le mie lacrime”.

In una intervista ad un giornale inglese degli anni ’70, Mick Jagger raccontò di un viaggio presso un piccolo paesino agreste del sud Italia, solamente per incontrare, come da lui definito “un amico falegname – filosofo”; una figura retorica talmente forte da far combinare il rude della pialla da carpentiere con un sistema di pensiero.

Fu amico strettissimo del chitarrista Shawn Phillips, noto cantautore e chitarrista americano, compagno di mille avventure tra storia e leggenda che ancora riecheggiano nelle chiacchiere di paese.

Coltivò, allo stesso tempo, la passione per i viaggi e per gli scacchi aprendo la strada a vari maestri come Antonio Cinque, Roberta Messina ed altri ragazzi talentuosi.

Come falegname esegui i lavori di carpenteria in varie strutture ricettive positanesi; successivamente, aprì la galleria d’arte “Gargiulo – Lepel” e si fece trascinare dal fenomeno “Moda Positano” diventando un imprenditore, creativo e designer di abbigliamento.

Oggi, in occasione dell’anniversario della sua morte, vogliamo ricordare Giulio perché siamo convinti che, alla fine di questo tragico periodo storico, la bellezza salverà il mondo.


Foto Giovanni Waldner

Giulio Gargiulio, il falegname filosofo